Nelle innumerevoli guerre che hanno segnato la storia dell’umanità il fiume ha sempre avuto un ruolo centrale; il fiume è il punto più facilmente difendibile militarmente, in cui è più facile riscuotere le dogane, e quindi in moltissimi paesi il fiume è stato, ed è rimasto ancora oggi, il confine fra paesi e popoli vicini.
Il fiume è stato spesso spezzato in due o più parti dai confini politici e ciascun paese crede di "possedere" un pezzo di fiume o una riva di un fiume, e di poterne fare quello che crede, dal prelevarne l’acqua, o la sabbia, alla costruzione di sbarramenti e laghi artificiali, eccetera. Ciascun intervento umano su una parte del fiume influenza l’ecologia di tutto il corso a valle e influenza la vita dei popoli a valle.
L’unica vera "unità" politica e amministrativa per una corretta gestione delle acque è il bacino idrografico, cioè il complesso di valli, fiumi, affluenti e laghi che confluiscono poi alla fine nel mare.
Se fosse possibile ridisegnare, in termini di solidarietà, i confini degli stati sarebbe opportuno far coincidere i confini politici con quelli, ben definiti geograficamente ed ecologicamente, dei bacini idrografici. A rigore non esistono i popoli della Svizzera, della Germania o della Francia, ma esiste il popolo del bacino del Reno. Così come esistono i popoli del bacino del Danubio, del bacino del Mississipi, del bacino del Fiume Azzurro o del Gange o del Rio delle Amazzoni.
è questo un sogno utopistico? Effettivamente neanche in un piccolo paese come l’Italia si riesce ad organizzare le azioni di difesa del suolo e di lotta all’inquinamento, neanche per un "piccolo" bacino idrografico come il Po e i suoi affluenti.
L’esperienza mostra che l’amministrazione delle risorse del territorio presuppone azioni unitarie e solidali nell’ambito di ciascun bacino idrografico.
Entro il bacino idrografico avviene tutto quanto è importante ai fini della gestione delle acque; le città, le fabbriche, i campi traggono acqua dalle riserve idriche contenute nel bacino idrografico, immettono le proprie scorie nei fiumi e nelle falde sotterranee; gli stessi inquinamenti atmosferici ricadono per lo più sul suolo all’interno del bacino idrografico. La risultante di tutto il metabolismo umano e industriale, l’insieme dei prodotti di erosione del suolo e di agenti inquinanti, sono poi trascinati dalle acque nei vari fiumi e, attraverso il fiume principale, nel mare.
Purtroppo non è facile convincere paesi vicini ad azioni di solidarietà nell’ambito dei bacini comuni: non si riesce ad ottenere neanche fra regioni all’interno di uno stesso paese come l’Italia!
è pertanto essenziale diffondere la conoscenza, la cultura e una pedagogia dei bacini idrografici presenti in un territorio. Bisognerebbe aiutare i ragazzi a imparare a "leggere" sulla carta geografica prima i fiumi e poi i confini amministrativi.
Bisogna sviluppare un senso di "appartenenza" non tanto ad un paese, ma ad un fiume, ad un bacino idrografico, anche sulla base della ricostruzione della storia ecologica e politica del bacino stesso.